LA TRAVERSATA DEGLI GNU - Kenia |
Tutti hanno almeno sentito parlare della grande migrazione degli gnu nelle savane africane; interessa oltre un milione di Cannochaetes albojubatus - nome scientifico di questa “nostra” specie di gnu – che insieme a circa duecentomila zebre percorrono durante l’anno una specie di enorme ellisse migrando continuamente tra Masai Mara e Serengeti. In estate vanno verso sud e trovano sul loro cammino vari fiumi tra i quali il più grande è il Mara, che devono attraversare a nuoto. Quando mi sono recato in Kenia nell’agosto del 2003 insieme agli amici e ottimi fotografi Riccardo Romanelli e Mauro Pieroni (bellissimo il suo sito www.ilfuocoimperfetto.it) non avrei mai creduto - era solo una speranza ma assai flebile) - di poter assistere a… non so veramente come chiamarlo, ogni parola è riduttiva e per questo ho pensato qui di riportare, senza grandi modifiche, ciò che scrissi direttamente quel giorno e di dare poi alcune informazioni e osservazioni credo interessanti più sotto, nelle note alle immagini. <<Il Mara Serena Lodge è un po’ datato e un po’ kitch ma secondo me è caratteristico e piacevole. La sua posizione è invece indiscutibilmente eccezionale, sopra una collina che domina e fa dominare la pianura e le altre colline circostanti. A occhio nudo si vedono giraffe e branchi di erbivori per chilometri e chilometri sotto di noi. Nel frattempo il piccolo branco di giapponesi è il solo che condivide con me la hall, se si esclude il barista. Adesso piove piano mentre un’ora fa, verso le 16,30, pioveva più forte. Anche stando seduti un bel pezzo dentro si può vedere un paesaggio immenso attraverso le ampie aperture verso l’esterno e anche da qui si vede il fiume Mara. Passa un masai in abiti tradizionali e il capo-sala con la divisa del lodge. In questi giorni il fiume non è quieto come lo avevo visto nel marzo ’94, adesso è gonfio per le forti piogge che ogni giorno anzi, fortunatamente ogni notte, ci hanno “fatto compagnia”. Ieri l’altro - ultima notte al Sarova Tented - siamo tornati tardi nel pomeriggio sotto un cielo nerissimo ed abbiamo appena fatto in tempo ad entrare nella tenda che si è scatenato un diluvio durato parecchie ore; ed ieri sera idem. Quindi il fiume è abbastanza alto, anche se non certo al suo massimo, come si vede dagli argini. Nei giorni precedenti gli gnu si erano già radunati nella pianura e sulle colline della riva sinistra e altri ne arrivavano continuamente. Come vedevamo da giorni migliaia e migliaia di loro formano a volte dei fronti compatti che avanzano lentamente, a volte lunghe o lunghissime file, a volte ancora veri e propri fiumi con le loro anse e la loro corrente quando lenta quando rapida. Il paesaggio qui in questa stagione è dominato dagli gnu e in parte dalle zebre che a loro si aggregano. Come formiche in certe zone riempivano ogni dove, quando geometricamente sparsi, quando geometricamente raggruppati. Ma oggi si sono avvicinati al fiume e dovevano per forza passare, oggi che noi siamo qui il corpo unico di centinaia di migliaia di gnu doveva e voleva gettarsi nel fiume per attraversarlo. Ed oggi l’hanno fatto! lì davanti a noi! Saranno venute bene le foto? ovviamente spero di sì ma l’emozione forte che ho provato non cambierà nemmeno se non ne fosse venuta bene nemmeno una! E se avrò fatto foto magnifiche, nel riguardarle non mi verrà certo il groppo in gola come oggi, non mi si veleranno gli occhi di pianto nemmeno se vincessi tutti i concorsi del mondo! ed invece davanti alla massa degli animali che con una forza indicibile si gettavano a grandi balzi nell’acqua marrone non ho potuto fare a meno di piangere. Come la prima volta che sono riuscito ad arrivare alle onde di roccia del Praia River è arrivato un groppo irrefrenabile e un pianto di gioia, di stupore, di emozione. Per la forza della Natura, e qui anche per questi animali, chiamati “i buffoni della prateria” che però dominano la prateria, anche se predati. I leoni rimangono sempre “nel loro piccolo” e sono re “nel loro piccolo”. Gli gnu invece fanno le cose in grande e quando danno spettacolo il loro teatro è tutta la savana, loro SONO il paesaggio, non si limitano all’arena dove il leone uccide, il Masai Mara intero è la loro arena. Con noi sono stati poi oltremodo gentili: hanno cominciato la traversata il giorno dopo che avevamo passato il fiume anche noi e oggi ci hanno fatto finire in tempo il pranzo al sacco consumato dentro la nostra Land-Cruiser posizionata strategicamente a circa trecento metri dal fiume. Arrivati lì verso le 10,30 c’era già aria di attraversamento con gli animali che erano già sulla riva. A migliaia, come sempre in questi giorni. Camminavano lungo la riva saggiando alcuni punti, qualcuno si avvicinava all’acqua ma poi tornava indietro. Alle loro spalle un impressionante movimento avanti e indietro di masse compatte o file lunghissime senza fine visibile. Poi verso l’una, chissà a quale segnale e per l’inizio di chissà quale gnu, la carica!! Giù per le rive scoscese o addirittura a picco, giù gli uni accalcati agli altri, giù comunque fino al margine e poi su con uno, due, tre salti a corpo morto nell’acqua melmosa a nuotare, nuotare, nuotare, naso più su possibile, trascinati un po’ dalla corrente, fino all’altra sponda. E arrivati di qua via a corsa pazza per gli stretti passaggi che dal basso portano sino alle pianure aperte, a corsa pazza per 2-300 metri per continuare poi come un lungo serpente fino alla cima della prima collina e oltre. E mentre già la fila dei traversatori era lunga chilometri, lì sul fiume ancora calca, cadute, salti, tuffi... forse sto facendo una cosa inutile, è impossibile descrivere tutto questo, le parole serviranno solo a me che oggi ero qui a vivere questa realtà e a nessun altro potranno dare nemmeno lontanamente l’idea di ciò che ho provato. Ma l’ho provato! e sono più ricco! La hall si è intanto popolata. Sono arrivati anche Mauro e Riccardo e hanno bevuto un tè caldo come me un’oretta fa. La gente torna prima del solito dal safari perché continua a piovere. Robinson è un masai ed è un’ottima guida, molto esperto e accomodante, e oggi ci ha fatto intelligentemente fare un’unica uscita (dalle 7 alle 15) invece delle solite due (7-11 e 16-18,30). Fa freddo, era meglio se portavo le scarpe invernali. Quest’anno in Italia è stato un anno memorabile: da maggio mai sotto i 30 gradi con una punta da me registrata di 46,5 gradi a Pisa un martedì alle 14,30 in periferia. Ci eravamo quasi abituati al caldo e siamo venuti a trovare il freddo in Africa! Oddio, siamo a 1.700 metri, ma siamo anche all’equatore. Quando c’è il sole è davvero forte ma l’aria è fredda e quando si copre si sente subito un brusco calo di temperatura. Adesso l’aria si scurisce e aumenta la foschia. Piove ancora. Laggiù centinaia di migliaia di gnu sono bagnati e si apprestano a riposare di notte. Domattina molti guarderanno a lungo il fiume fino all’impeto collettivo che lì getterà come impazziti nell’acqua fino all’altra riva. Mi immagino bene come batte e batterà forte il loro cuore perché so come hanno fatte battere il mio.>> NOTE ALLE FOTOGRAFIE Anzitutto voglio far notare i bruschi cambiamenti di luce e colore che ci sono tra una foto e l’altra anche per lo stesso soggetto come tra la n°1 e la n°2 o come tra la n°12 e la n°13. Li ho lasciati per sottolineare una delle tante bellezze dell’Africa, e cioè i drastici cambiamenti di luce tra un’ora e l’altra, basta davvero un’ora, basta una nuvola, basta cambiare posizione ed è spesso tutta un’altra luce. Anche luci, colori o contrasti particolari come quelli della foto n°4, così viola, o la n°10, quasi caravaggesca, non sono modificate digitalmente sono per quanto possibile reali (come può essere reale una foto e sull’argomento chi vuole può leggere nella sez. IDEE e ARTICOLI l’argomento n°5: LO SPIRITO DELLA FOTOGRAFIA NATURALISTICA - PRIMA PARTE). Tutte le immagini sono scansionate da pellicola, come sempre ho solo aggiustato livelli e contrasto, e i colori, ma solo per renderli più simili possibile alla pellicola. Nella foto n°18 sembra addirittura ci sia un effetto poster ma assolutamente non sono mai stati usati questi filtri nelle foto a colori. Se qualcuno si scandalizzerà per le immagini in b/n mi dispiace per lui, voglio solo far vedere come immagini abbastanza scarse possano trovare invece una loro valenza con questa elaborazione; ovviamente non sono più immagini naturalistiche, ma anche perché oltre a togliere la saturazione ho applicato filtri e operato aggiunte nell’immagine, se il solo cambiamento consistesse nel togliere la saturazione non sarebbero forse foto da spedire ad un concorso di foto-natura ma si rimarrebbe nel campo della fotografia realista e potrebbero essere sicuramente mandate ad un concorso di fotogiornalismo!!, non scordiamoci che per oltre un secolo i miglior fotogiornalisti e reportagisti hanno operato in bianco e nero - vedi tutto il nostro neorealismo - e che anche oggi un certo Salgado sta documentando umanità e natura del pianeta in bianco e nero, e sottolineo “documentando”. Molto interessante quel che si vede nella foto n°1: nei primi piani gli gnu sono normalmente sparsi mentre nella parte superiore si vede come si stia formando un branco compatto, un “fronte “ che attirerà tutti gli altri e farà iniziare la migrazione di massa. Nella n°3 si vede un vero e proprio fiume di carne che si snoda nella savana con le sue anse mobili e di cui i cinque individui in primo piano sono l’estrema coda. Nella n°2 invece un altro fenomeno interessantissimo e spettacolare: le lunghissime file indiane di gnu, come formiche, a perdita d’occhio. La foto n°4 fa vedere quella che sembra un’isola ma è invece l’ansa del fiume Mara dove sono state fatte le fotografie. Siamo all’alba, la luce è davvero speciale e si vedono già gli gnu sulla cima della sponda. La corrente va da sinistra a destra, quindi noi siamo - sempre - sulla sponda destra del fiume. Gli animali possono stare (foto n°5) per ore ad aspettare chissà cosa, a volte si avvicinano tutti alla riva e poi si ritirano disordinatamente colti dal panico facendosi spesso male - foto n°6 - in maniera assolutamente ingiustificata e infatti la stragrande maggioranza delle vittime che abbiamo poi visto a valle avviene per l’inutile calca; nelle foto dalla n°7 alla n°14, riprese in giorni diversi, si vedono alcune scene di tuffi precipitosi in una calca disordinata. C’era in questa zona del fiume un solo coccodrillo ormai pieno come un uovo che ha ucciso una zebra il secondo o terzo giorno lasciandola poi alla corrente - foto (n°16 e 17). Abbiamo osservato però che la confusione regna specialmente all’inizio della “carica”, poi la foga si smorza via via che il tempo passa mentre il punto di ingresso si sposta progressivamente a valle (foto n°18). Nella foto n°19 ecco una panoramica dell’ansa del fiume con le due sponde e una fila più ordinata di tuffatori e di nuotatori. La risalita è anch’essa precipitosa. Gli gnu devono passare per stretti “passi” da loro stessi scavati negli anni - foto n°23 - e non so quanto siano contenti di doverlo fare tra un’auto e l’altra. Infatti gli osservatori, quasi tutti fotografi, attendono nascosti sulla collina l’inizio della traversata. Quando questa ha avuto inizio pare che niente possa poi fermarla e così tutte le auto scendono fin sull'orlo della riva destra e gli gnu passano tra le macchine quasi sfiorandole. Si sente il loro fiato e il loro odore! Un’osservazione enigmatica è documentata nella foto n°24. Dopo che per forse un’ora sono passati migliaia di individui in una confusione incredibile, alcuni piccoli gruppi di gnu tornano indietro!, come si vede fare a quello in primo piano. Poi si fermano sulla cima della sponda appena guadagnata e si mettono a gridare con la loro caratteristica voce nasale “gh-nù gh-nù” quasi si rivolgessero a compagni rimasti di là e addirittura alcuni si rituffano e tornano sulla riva di partenza!! come si vede nella foto n°15, dove se guardate bene c’è uno gnu in alto (il penultimo) che nuota verso sinistra al contrario di tutti gli altri!! Nell’ultima foto gnu e zebre tornano a pascolare tranquilli dopo la traversata. Nell’individuo in primo piano si nota la barba bianca che dà il nome a questa specie: albojubatus. Riporto anche una mia lirica (che è inserita anche alla fine della “Introduzione generale” nella sezione LA POESIA) che fa parte del libro “Sulla tua onda”: SONO GNU Oggi mi sono scoperto gnu ecco perché non mi sento mai solo sono stato folla di gnu oggi mi sento spezzettato in un milione e trecentomila gnu ognuno stupido buffone ah! potermi sentire branco compatto popolo migrante paesaggio io stesso potessi ignorare tutti i miei pezzi divorati da fiere o annegati nel Mara. Versilia, aprile; Firenze, maggio 2005 |